Art Gallery
Abbiamo trasformato una sola cosa della hall: la Hall.
Ora è una galleria d’arte per giovani artisti e per il tuo piacere. Scopri la prossima esposizione e quelle passate che abbiamo ospitato.
Ora è una galleria d’arte per giovani artisti e per il tuo piacere. Scopri la prossima esposizione e quelle passate che abbiamo ospitato.
2 NOVEMBRE 2024 – 4 GENNAIO 2025
Inaugurazione Sabato 2 Novembre alle ore 18,00
La mostra è visitabile gratuitamente tutti i giorni presso l’Hotel Annunziata fino al 4 Gennaio 2025.
Inaugura Sabato 2 Novembre alle ore 18:00 la mostra “PIANONOBILE I fiori del bene” della fotografa Rosaria Anna Lardo. Lucana, trapiantata a Roma, “nata con i piedi nell’acqua e innamorata del mare e del cinema” come lei stessa racconta, Rosaria Anna Lardo trae ispirazione proprio dalla fotografia cinematografica ed in particolare da quella di Gordon Willis, direttore della fotografia statunitense dal talento figurativo straordinario e innovativo (tra gli altri, Manhattan, Io e Annie, trilogia de Il Padrino) dal quale rimane affascinata per la sua insuperabile maestria nell’utilizzo della luce, dai tagli netti alle atmosfere più rarefatte e per la composizione essenziale e raffinata del fotogramma.
Per la Lardo la fotografia è “una cosa seria”, purista del mezzo e rispettosa dell’immagine, la fotografia è strumento di materializzazione degli impulsi, elaborazione del proprio passato e delle inquietudini interiori, riappropriazione della propria storia e delle proprie radici, cura e riparo.
PIANONOBILE è un progetto articolato, parte dalla scrittura, si sviluppa attraverso la fotografia e si integra con un video realizzato dalla stessa autrice. Esso si ispira ad una storia vera, tramandata oralmente di generazione in generazione, racconti che l’autrice ha ascoltato sin da bambina dalle donne della sua famiglia. È dai ricordi di questi racconti, nel loro mescolare realtà e fantasia benché esistano testimonianze tangibili costituite per lo più da oggetti e luoghi, che la Lardo evoca la sua protagonista, una Baronessa lucana vissuta durante i primi decenni dell’Ottocento, e i tragici accadimenti che l’hanno segnata.
La narrazione che la Lardo sviluppa è poetica ed introspettiva, allontanandosi volutamente dalla documentazione storica dei fatti diviene lo spunto per affrontare il tema della perdita e della rinascita. Attraverso di essa l’autrice rientra in possesso di quel tempo, per dirla alla Proust, che non è quello cronologico “della natura e del mondo” ma è ciò che esiste nel ricordo, come tempo della memoria. Il viaggio nella memoria è diventato un viaggio fisico per la realizzazione delle immagini e dei video che compongono il progetto, un viaggio necessario di riappropriazione del proprio passato, nei luoghi natii.
La narrazione visiva di PIANONOBILE si sviluppa a partire da un testo scritto, una lettera che Rosaria Anna Lardo scrive in prima persona utilizzando un linguaggio straordinariamente antico e credibile, immedesimandosi come in un transfert, con la protagonista del suo racconto.
Ne scaturisce un racconto biografico intimo e emotivo nel quale emerge tutto il tumulto interiore della protagonista quasi a volerlo contenere e arginare e infine il lento superamento dello stesso.
L’autrice diventa la donna del suo racconto, abita gli spazi di quel piano nobile che rappresenta al contempo un santuario dove potersi abbandonare al proprio dolore e una prigione popolata da ricordi dai quali sogna di poter fuggire così come si desidera fuggire dall’assenza e dalla mancanza. Da quel desiderio di giacere in quegli spazi lentamente si fa strada quasi sfacciatamente “il soffio della vita” che spinge la protagonista a cercare un “fuori”, i luoghi della sua terra in grado di ridestare il suo corpo e far germogliare le vene: “Da quei giorni dei fiori del male, misuro la terra dalla capacità di produrre fiori. Del bene.”.
“PIANONOBILE I fiori del bene” è costruito attraverso un linguaggio estetico dove gli elementi si fanno simboli, le linee sono pulite, le composizioni sono essenziali. Il lento ritorno alla vita è rappresentato dall’elemento floreale sempre presente: negli arredi, nelle vesti, come elemento a sé stante. Il desiderio e la necessità di fuga, il rapporto tra stato interiore e pulsione di vita proveniente dall’esterno è sottolineato dalle dicotomie tra interni ed esterni proposte nei dittici. L’utilizzo della luce naturale e la pressoché assenza di interventi di postproduzione conferiscono realismo alla narrazione fotografica. L’assenza di un volto identificabile della protagonista e di riferimenti storici e geografici espliciti concedono a questo racconto l’universalità della lettura dei temi trattati.
Le opere esposte all’ART GALLERY sono accompagnate da un video che raccoglie alcuni dei lavori non presenti in mostra e filmati, girati dalla stessa autrice, dove compaiono i luoghi e gli spazi nei quali le immagini sono state realizzate, quasi a voler rendere omaggio alla propria terra e alla storia di chi l’ha abitata.
Rosaria Anna Lardo sarà presente all’inaugurazione per accompagnare il pubblico nella poetica introspettiva e delicata che caratterizza il suo progetto.
PIANONOBILE I fiori del bene attraversa mondi interiori che spingono l’osservatore a riflettere sulle proprie esperienze di amore, di perdita e di rinascita.
Il testo della lettera è contenuto nel catalogo della mostra e disponibile presso l’ART GALLERY.
7 SETTEMBRE – 27 OTTOBRE 2024
Inaugurazione Sabato 7 Settembre alle ore 18,00
NEW YORK – DOPPI ESPOSTI
Sguardi diversi, “strabici”, che accolgono la complessità
La metropoli e la velocità con cui una babele di immagini, odori, sensazioni ti assale in un unico grande indistinto frastuono. Come fissare l’attimo fotografico? Come esercitare il mestiere, la prerogativa del fotografo? La missione del racconto in una immagine?
Questa progetto, questa proposta visiva, vuole ribaltare il canone del bravo fotografo. Si rinuncia a fissare la composizione fotografica del momento ma ci si lascia attraversare, travolgere dalla complessità urbana. L’esperimento ritrova la coerenza del racconto quando riesce a sedimentare il caleidoscopio di luci. Quando anche i simboli iconografici si ricontestualizzano nella sensibilità e nella curiosità di chi li ha vissuti.
New York è la città che conosci da sempre, l’hai vissuta e la ritrovi immergendoti in lei. Dopo anni finalmente il nostro primo incontro.
Persone, rumori, atmosfere, suoni e silenzi… Quartieri popoli e culture…
Fotografie di: Jessica Morelli Jessica Morelli
Foto&Video Storyteller e Formatrice
jessica@jessicamorelli.it www.jessicamorelli.it
Instagram: @jessicamorelli – @jessicaminimal Linkedin: Jessica Morelli
Facebook: Jessica Morelli
Vimeo: Jessica Morelli
YouTube: PhotoJMorelli
5 LUGLIO – 1 SETTEMBRE 2024
Inaugurazione Venerdì 5 Luglio alle ore 18,00
” Le sue elaborazioni pittoriche, in cui l’ idea è contestuale alla realizzazione, procedono in interpretazioni iconiche che si confermano “in itinere”, in consequenziali processi creativi apparentemente inattesi, ma emotivamente custoditi nell’ inesausta volontà del dipingere. le stesure di pigmenti alchidici su supporti rigidi ubbidiscono alla potenza del gesto, dell’ impulso espressivo, libere di coordinare campiture astratte, elaborate come fondali da cui emergono percettibili tratti figurativi che accendono l’ intensità del dialogo comunicativo. Sembra dunque che il pittore, nell’atto del dipingere, divenga testimone di un tempo presente, nell’ attesa fremente di un’ immagine in mutevole ed evolutiva gestazione. Nell’ arte di Remo Suprani non è difficile scorgere una diretta implicazione di sottesi messaggi paesaggistici sull’ etica del pittore, poichè la sua essenza si tinge di natura e veste la natura, e con essa e su di essa narra argomentazioni autobiografiche, liriche ed epiche.”
Enzo Dall’ Ara
Attualmente risultano al suo attivo numerose esposizioni in istituzioni pubbliche e gallerie private, e partecipazioni a premi e concorsi nazionali con buon successo di critica . Vive e lavora a Ravenna.
Visita il sito www.remosuprani.com
BIOGRAFIA
Remo Suprani nasce nel 1965 a Ravenna
Diplomato al Liceo Artistico della sua città, espone per la prima volta negli anni novanta. Inizialmente il suo estro creativo interviene in prevalenza su legni e metalli, creando le ” Sculture da Appendere ” ; successivamente la ricerca sulle tecniche per il trattamento delle superfici metalliche lo porterà a creare sculture pure, che guardano verso il design. In seguito affianca a questa ricerca un’ intensa attività pittorica; severo critico di se stesso, alieno dall’ inseguire mode e frenesie del momento, ricerca quella dimensione a misura d’ uomo che traspare dai suoi lavori, siano essi “Paesaggi Industriali” o ” Paesaggi Umani”, “Alberi” o “Rovine” : in tutti la luce, la forma ed il colore si rivelano in immagini essenziali e dialettiche.
4 MAGGIO – 30 GIUGNO 2024
Inaugurazione Sabato 4 Maggio alle ore 18,00
Inaugura il 4 Maggio alle ore 18.00 presso l’ART GALLERY dell’Hotel Annunziata la mostra di SERGIO CAMERANI
Sergio Camerani è nato a Ferrara il 21 marzo 1957, è un appassionato insegnante laureato in Lettere all’università di Bologna. Oltre alla sua dedizione all’insegnamento, Sergio, approfondisce lo studio della figura umana nei momenti di vita quotidiana attraverso la pittura.
Nei sui quadri, utilizza colori caldi ed intensi che mettono in risalto oggetti e figure, il suo agire è sempre rivolto alla ricerca di manifestazioni delle espressioni nei volti e della gestualità dove si possono cogliere i sentimenti e i momenti di riflessione sulle attività quotidiane.
Attraverso la sua arte, Sergio cattura la bellezza e la complessità dell’esperienza umana , offrendo agli osservatori uno sguardo profondo ed emozionale sulla quotidianità.
9 MARZO – 28 APRILE 2024
Inaugurazione Sabato 9 Marzo alle ore 18,00
Inaugura il 9 Marzo alle ore 18.00 presso l’ART GALLERY dell’Hotel Annunziata la mostra fotografica di GIORGIA BELLOTTI, autrice bolognese che espone il suo progetto
“IL SABOTATORE” ispirato all’arte surrealista di René Magritte.
L’Art Gallery by Hotel Annunziata si prepara ad ospitare dal 9 Marzo al 28 Aprile 2024 una mostra fotografica tutta ispirata al surrealismo di Magritte.
SCARICA QUI IL CATALOGO DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA
Inaugura Sabato 9 Marzo alle ore 18:00 la mostra “Il Sabotatore” della fotografa bolognese Giorgia Bellotti in arte Giorgibel che partendo dalla pittura, passando attraverso la grafica, approda alla fotografia riconoscendole lo strumento più adatto a esprimere la propria dimensione artistica. Rappresentata da Open Doors Gallery, Londra e AD Gallery, Firenze, i suoi lavori sono stati pubblicati da diverse riviste tra cui Aesthetica Magazine, Collater.al Magazine, Fisheye Magazine, Il Fotografo e presentati all’interno di importanti Collettive in Italia e all’estero come l’International Photobiennial a Ostende (Belgio), Paratissima Art Fair a Torino, ImageNation alla Galerie Joseph Turenne a Parigi.
A Ferrara Giorgia Bellotti espone una selezione di opere tratte dal progetto fotografico tutt’ora in corso “IL SABOTATORE”, richiamo esplicito a “le saboteur tranquille” come fu definito Magritte per la sua straordinaria capacità di confondere realtà e finzione insinuando dubbi sul reale attraverso la sua rappresentazione nella ricerca costante del mistero e della verità in essa celata a cui è possibile accedervi unicamente attraverso l’immaginazione a discapito della ragione.
Nelle immagini esposte la fotografia è specchio del proprio pensiero. L’autrice gioca sul contrasto tra realtà e finzione, veste i panni dell’uomo con la bombetta, scherza, ironizza, lo reinterpreta attraverso il mezzo fotografico. Nella mostra ci si diverte a scoprire le citazioni e i rimandi alle opere del grande pittore belga, le soluzione della mise en scène propria della staged photography sono sempre originali e mai scontate. Attraverso oggetti e situazioni ordinarie Giorgibel esplora e reinventa gli elementi che popolano l’immaginario di Magritte e lo fa utilizzandone la simbologia e i soggetti più noti al grande pubblico, l’uso del colore e la composizione estetica delle immagini caratterizzate dal rigore e dalla pulizia delle linee che comunicano immediatamente una parvenza di ordine e normalità, subito squarciata dall’elemento dissonante, il non-sense percepito dall’occhio ma comprensibile solo attraverso l’immaginazione di chi osserva inducendolo ad interrogarsi sul senso delle cose e nel contempo ad aprirsi alla meraviglia. Ecco allora la rappresentazione dello smarrimento suscitato da un universo sfuggente ed enigmatico a cui pretendiamo di attribuire un significato univoco e valido per tutti. Quel ‘nonsenso’ di cui ognuno può dare un’interpretazione propria, diversa a seconda della percezione e delle emozioni che ne derivano. Ecco la realtà che, nel suo inafferrabile mistero, custodisce la bellezza.
Le opere esposte all’ART GALLERY sono accompagnate da un video che raccoglie alcuni dei lavori di dell’autrice focalizzati in particolare sull’autoritratto in cui Giorgia Bellotti cristallizza il proprio vissuto personale e la ricerca intima della propria identità.
“Scatto per afferrare ciò che scorre sotto la superficie. La mia fotografia è connessa al lato più intimo e nascosto di me. È un tentativo incessante di autodefinizione, di oggettivazione nello spazio della mia identità altrimenti dispersa. Perché l’obiettivo ricompone, cura. La messa in scena cristallizza ogni volta quell’istante di pura istintività in cui il mio corpo, attraverso il gesto e l’atteggiamento, dà forma concreta a uno stato d’animo e ne diventa strumento di comunicazione.”
“Blues. Autoritratti minori” è il suo primo volume pubblicato nel 2023 per la casa editrice Selfself Book di Milano grazie ad una campagna di crowdfunding e che custodisce le immagini più rappresentative del percorso artistico degli ultimi cinque anni che l’hanno condotta all’autoritratto.
Giorgia Bellotti sarà presente all’inaugurazione per accompagnare il pubblico attraverso il mondo surreale, a tratti ironico, denso di mistero raccontato con maestria attraverso immagini che utilizzano il linguaggio della fotografia contemporanea per dipingere al contempo l’assurdo e la meraviglia della realtà quotidiana.
La mostra è visitabile gratuitamente tutti i giorni presso l’Hotel Annunziata fino al 28 Aprile 2024.
13 gennaio – 3 marzo 2024
Inaugurazione sabato 13 gennaio ore 18,00
Esposizione a cura di Paolo Pallara
SCARICA IL CATALOGO DELLA MOSTRA
Vanna Modelli vive e lavora in provincia di Bologna.
Dopo essersi diplomata come stilista, frequenta vari corsi di disegno e pittura.
La sua transizione artistica si può suddividere in 3 fasi distinte ma allo stesso tempo contigue: il primo periodo abbraccia lo stile figurativo, il secondo evolve nell’informale, ispirandosi ad Alberto Burri, sperimentando la materia e le combustioni per poi esplodere nel terzo, durante l’ultimo biennio, con la sua visione del tutto personale della luna.
Una pittura materica che ci conduce nella corporeità dell’arte. Osservare le lune di Vanna Modelli e al contempo un viaggio rievocativo verso l’ignoto e verso ciò che è lontano da noi, ma anche un inno valore intrinseco della materia.
Palpabile, tattile, concreta la plasticità si fa qui mezzo espressivo e forza comunicativa. Il suolo lunare diventa arte nella sua densità, ruvidezza, solidità.
Emerge dalla superficie come tante bolle di sapone, dando un effetto tridimensionale all’opera. La brava artista ci conduce in luoghi infiniti e fuori dal tempo, immergendoli in atmosfere romantiche ed universali. Liriche ed insieme suggestive, le lune di Vanna Modelli rappresentano le sfumature del nostro animo, osservandole, sembra che la nostra anima ci si specchi dentro.
Isabella Schiavone
4 novembre 2023 – 7 gennaio 2024
Inaugurazione sabato 4 novembre alle ore 18,00
[…] Non la soglia ti è ignota, ma oscuri
sono i passi più in là del tuo mondo
di cui sai tutto
ma non dove sia
tratto da l’Attenzione di Angelo Andreotti
9 settembre – 29 ottobre 2023
inaugurazione 9 settembre ore 18,00
“La poesia del segno, la sua molteplicità di significato, la semplicità di una lingua universale che da la possibilità, a chi lo riceve, di interpretarne il contenuto emotivo; così in estrema sintesi, è possibile definire il linguaggio artistico di Stefano Rambaldi, autore poliedrico, capace di esprimersi attraverso la pittura, così come tramite la scultura e la grafica.
Il suo linguaggio essenziale si decritta nel metodo con cui egli cataloga l’infinito: l’ordine espressivo che è dei codici, della scrittura originale, della musica, ma che rimane in una dimensione strettamente artigianale, umana, non programmata se non dalla volontà di trasmettere l’emozione pura e incontaminata del colore.
Nel linguaggio espressivo di Rambaldi, infatti, il segno supera la sua valenza semiotica: non è più o non è soltanto significato riconducibile all’assente, ma, tramite il colore, diviene diretta chiave di lettura delle sensazioni più vive.
L’essenza riporta all’ordine, all’insieme organizzato del sensibile, all’emozione che diviene composizione. Si rende, quindi, palese la volontà di unire la ricerca di materia e passione, la “synthesis” che è dettagliata composizione.”
Modena, settembre 2020
Cristina Boschini
8 luglio – 3 settembre 2023
“Non so se sono un artista: non mi interessa”. Ad Andrea Forlani potrà anche non interessare, ma la risposta la possiamo dare noi, in base agli unici dati certi che definiscono l’arte: qualità (comunque relativa) ed emozione. Bisognerà considerare questo, quando si sosterà nelle stanze dell’Hotel Annunziata, dirimpetto al Castello Estense, di fronte alle immagini che il pittore, regista e fotografo ferrarese ha prodotto. L’occasione sarà la mostra ‘NFT Rinascimento’ (8 luglio-3 settembre). Ma perché la N di ‘NFT’ è barrata? Lo spiega l’autore. “Sono immagini realizzate con una tecnica composita: utilizzo i quadri che ho fatto negli ultimi trent’anni, come fossero i colori di una tavolozza”. In pratica, Forlani ha fotografato le opere che ha eseguito in passato e le ha trasformate in velature digitali, livelli singoli di Photoshop che ha sovrapposto e modificato, fino ad ottenere le combinazioni volute. “È una stratificazione temporale di un percorso pittorico che sublima, in un primo momento, in arte criptografica digitale”. Pertanto, le opere sono state inizialmente pensate come NFT, ovvero “non-fungible token”, proprie, quindi, del mondo del digitale: oggetti non tangibili. Ed ecco spiegata la N barrata: “una volta ottenuta l’immagine digitale, trasformo le opere in oggetti reali, concreti”. Come? Attraverso una particolare tecnica di stampa su lamina di alluminio, che permette di esporre le immagini alla stregua di un’opera fisica. In buona sostanza, ci si trova davanti a una rielaborazione attuale dei collages novecenteschi. Il concetto di stampa, poi, ci riporta a una dimensione commerciale e popartistica, che tuttavia Forlani declina nei termini di un omaggio al Rinascimento. Infatti, alle velature ottenute dai suoi prodotti pittorici aggiunge porzioni di opere dei grandi maestri del Quattro e Cinquecento, che emergono qua e là, nel risultato definitivo: forme del Rinascimento reinterpretate e riviste attraverso una tecnica tutta contemporanea. Si entra in un vortice temporale che riassume secoli di capolavori e finisce per mostrare, ad esempio, il volto rilassato, e di tre quarti, di un semplice putto, nella cui sagoma si riconoscono più riferimenti: tra questi, un cardellino concorre a un generale clima di pacata e nostalgica malinconia, alimentando una sensazione che, in effetti, soltanto un artista saprebbe suscitare.
Testo di FRANCESCO FRANCHELLA [Il Resto del Carlino – Ferrara]
6 maggio – 2 luglio 2023
Inaugurazione sabato 6 maggio ore 18,00
Da alcuni Enrico Manelli è stato definito un uomo rinascimentale, un eclettico, in cui tutti i campi del sapere artistico debbono essere conosciuti e approfonditi. Ogni sua espressione artistica è compendiata dalla sua profonda conoscenza degli spazi, dei respiri e delle ampiezze, su cui gioca e che rielabora creando, a volte, ludiche ed artificiose ambientazioni ma spesso, anche, tormento e tensione in chi guarda. E’ l’uomo artefice del proprio destino, l’uomo creativo e creatore da un lato, che ogni tanto, con sconcerto, ne è vittima e ne scruta il volere, come chi guarda le nuvole chiedendosi che tempo farà, e mostrando a tutti umanità e vulnerabilità.
Franco Farina
4 marzo – 30 aprile 2023
Inaugurazione sabato 4 marzo ore 18,00
“Queste opere sono presenze. Di esse, a prima vista apparentemente semplici, ricordi lo schema con facilità e, perché no, con gioia. Le porti con te, ovunque tu decida di evocarle. E le evochi non per sfuggire alla realtà, ma come griglia interpretativa per
scoprire, o generare, nuovi aspetti del mondo. Quindi, queste opere sono esercizi di stile.
Quando poi si appoggia e si mantiene su di esse la propria attenzione, però, pare di venire a fare parte dell’atto stesso della loro creazione. Ci si sente mossi internamente, ma non passivamente; non si tratta cioè di rapimento. Si è invece mossi da un sottile senso di partecipazione, tramite una sorta di compartecipazione tra l’autore, l’opera e il fruitore – tutti termini limitanti poiché l’uno muta delicatamente nell’altro – in un gioco d’incanto. Frutto di una consapevolezza educata, queste opere permettono,
a chi si lascia coinvolgere, di educarsi, tramite la differenza, ad abbracciare l’altro.”
Cristiano Dallara
21 gennaio – 28 febbraio 2023
Inaugurazione sabato 21 gennaio ore 18,00
Il SANGUE è quell’elemento che ci lega indissolubilmente a chi ci ha generato, ai nostri genitori, madre e padre, ma anche ai nostri fratelli e sorelle, ed ai parenti più stretti, i nonni per primi.
Per il progetto STESSO SANGUE ho individuato quelle immagini che ritraggono persone con un legame di SANGUE, in una relazione di simbiosi e complicità. Sono fratelli e sorelle che condividono un attimo di vita quotidiana in diverse parti del mondo, dove ho avuto il modo di recarmi durante i miei viaggi.
Sono madri alle prese con l’accudire i loro figli nella routine famigliare o durante un viaggio. Sono nonne che assistono i nipoti mentre i genitori lavorano. Sono persone unite da affetti, abitudini, tradizioni, culture, ma soprattutto da un legame di SANGUE.
La famiglia in cui si nasce crea infatti un imprinting determinante per ognuno di noi. Le persone con le quali condividiamo i primi anni di vita risultano fondamentali per la nostra educazione, per il nostro futuro.
Le esperienze condivise con loro generano ricordi che ci accompagneranno per l’intera nostra esistenza, ed il legame che abbiamo ci farà sentire per sempre in relazione. È però quel liquido che scorre nelle vene a determinare un’appartenenza più profonda, indelebile, che a volte sentiamo al di là della relazione stessa. Un qualcosa che viene da lontano, dalla nostra linea genealogica, dai nostri antenati, dalle nostre radici.
Vincenzo Tessarin
3 settembre – 28 ottobre 2022
Inaugurazione sabato 3 settembre ore 18,00
Roberto Pagnani è nato a Bologna e vive a Ravenna, città in cui svolge la sua attività di artista. Cresciuto in un contesto familiare dedito al mondo dell’arte da più generazioni, è stato a contatto diretto con opere dei maggiori protagonisti dell’ambiente culturale informale europeo.
Espone in numerose manifestazioni e mostre fra cui New York – I.10, Onishi Gallery di New York, 2007; Dievas_Dio, Amber Gallery Museum di Nida (Lituania), 2008; Casadicose, Nobodaddy 2008/9, Teatro Rasi di Ravenna, 2009; Parole&Onde, Il Vicolo, Galleria d’Arte Contemporanea di Cesena, 2010; Rotte, Autorità Portuale di Ravenna, 2011; Café Promenade, Ionian Lapsus Festival, Katelios (Grecia), 2011; Flotte, Gallery Copenhagen di Copenhagen (Danimarca), 2012; Astrazioni, Galleria Ninapì di Ravenna, 2012; Fino alle Colonne d’Ercole e ritorno, Pescherie della Rocca di Lugo, 2013; Altrove, Galleria del Carbone di Ferrara, 2013; Asylum, Alma Mater Gallery di Sofia (Bulgaria), 2014; Blooming, Galleria Vibra di Ravenna, 2015; La Natura è un Tempio, Palazzo del Bargello di Gubbio, 2015; Friends-Free Ends, Officina delle zattere di Venezia, 2015; Lemures, Crisalide XIII, Masque teatro, Forlì, 2016; Lemures II, SetUp+, Libreria Ibis, Bologna, 2017; SensofOrme, NiArt Gallery, Ravenna, 2018; Ultimi PAESAGGI, DOC-Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, Imola, 2019; Flora Fragmenta, Botanica Lab, Bologna, 2020; Sea Water, Pallavicini 22 Gallery, Ravenna, 2020; Attraverso l’orizzonte, Museo Ugonia, Brisighella, 2021; Utopie e distopie, Oratorio di San Sebastiano, Forlì, 2021; Langages, materiaux et techniques differentes dans la recherche contemporaine en Emilie-Romagne, Prieure de Cayac a Gradignan, Bordeaux (Francia), 2022.
Tanti sono i critici e gli storici dell’arte che hanno scritto di lui tra i quali soprattutto Franco Bertoni, Beatrice Buscaroli, Luca Maggio, Michela Ongaretti, Serena Simoni e Claudio Spadoni.
Importanti sono anche le sue collaborazioni con il mondo del teatro e della musica come, ad esempio, la realizzazione di scenografie. Nel 2011 ha realizzato le scene per lo spettacolo musicale del pianista Matteo Ramon Arevalos (testo di D. Settevendemie), dal titolo CaFFFè Promenade per il Teatro Mouffetard di Parigi. Nel 2013 ha realizzato l’installazione pittorica per il concerto Sérimpie per Piano (M. R. Arevalos) e Ondes Martenot (B. Perrault) tenutosi al Temple Neuf di Strasburgo (cd prodotto da ReR Megacorp). Molte sono state, nel 2017, le collaborazioni con il musicista e compositore Matteo Ramon Arevalos; creazione e allestimento delle scenografie all’Oratorio San Filippo Neri di Bologna per il Festival di Musica Contemporanea MICO; realizzazione degli elementi polimaterici per piano preparato per il concerto Metamorphosis tenutosi presso il Teatro Alighieri di Ravenna in occasione del Ravenna Festival e poi all’Istituto di Cultura Italiana di Buenos Aires e, di seguito, alla Missouri Western University di Kansas City; installazione in forma di oggetti policromatici per i concerti al Museo Zauli di Faenza, nella Basilica di San Francesco a Ravenna e allo Spectrum di New York.
Ha illustrato, inoltre, testi e pubblicazioni poetiche di Cetty Muscolino, Valerio Fabbri, Nevio Spadoni, Stefano Simoncelli ed Eugenio Vitali.
Opere sue sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui il MAR di Ravenna; la Biblioteca F. Trisi di Lugo, Sede dell’Autorità Portuale di Ravenna; l’Istituto di Cultura Italiana di Vilnius, Sede dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna a Bologna, l’EEA (European Environment Agency) di Copenhagen, Sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola.
sabato 4 dicembre 2021 – domenica 27 febbraio 2022
“Solo segni di categorie a cui guardare, né alto né basso, né bello né brutto, né giorno né notte, né ieri né domani.
frammenti tra i quali è difficile orientarsi, non ci sono porti sicuri per partire o ripararsi. Raccogliere quel che si crede di conoscere, mettere insieme qualche convinzione, costruire un insieme di valori aggiunti per imparare a leggere di nuovo, per essere ancora.”
Giovanni Aureli
29 MAGGIO 2021 – 29 AGOSTO 2021
Nuove opere di Paolo Pallara all’albergo Annunziata dal titolo “FRAMMENTI DI NERO”
Una pittura che si presenta come un’avventura dello spirito in cerca di ragioni per l’esistenza in una scansione temporale dove la disgregazione dei sentimenti e dei rapporti umani e’ sempre più frequente ed intensa, e in questo sentire trova immagini
che mettono a fuoco momenti fondamentali.
Lacerazioni, colature, graffi, immagini che si aprono in un tempo buio in un confronto fra tempo memoria e tempo destino.
Attese e timori di un altrove non ancora trovato.
Inaugurazione sabato 10 Ottobre dalle 16,00 alle 21,00
L’esposizione rimarrà fino al 6 gennaio 2021.
Nel rispetto dei protocolli Covid gli ingressi saranno contingentati e 5 per volta.
2009
Coefficient D’Art. Galleria Voltone della Molinella,
Faenza (RA). Mostra a cura di Angelamaria Golfarelli.
Coefficient D’Art. Fabbrica, Gambettola (FC).
Mostra a cura di Angelamaria Golfarelli.
2010
Coefficient D’Art. Magazzini del Sale, Cervia (RA). Mostra a cura di Angelamaria Golfarelli.
2011
Del gusto e del dis-gusto.
Galleria Arte Contemporanea Il Vicolo, Cesena.
Teatro della Vittoria, Pennabilli. Chiesa dei Servi, Forlimpopoli. Mostre a cura di Marisa Zattini.
Treelogy. Galleria Arte Contemporanea Il Vicolo,
Cesena. Mostra a cura di Angelamaria Golfarelli.
Treelogy. Pescherie della Rocca, Lugo (RA).
Mostra a cura di Angelamaria Golfarelli.
2014
Pilò Maurizio. Oratorio di San Sebastiano, Forlì.
Mostra a cura di Angelamaria Golfarelli.
Contemporanea Forlì. 40 artisti contro la
sclerosi multipla. Mostra a cura di
Rodolfo Bertozzi e Francesca Caldari.
Pantagruelica. Magazzini del Sale, Cervia (RA). Mostra a cura di Marisa Zattini.
2015
Lignum Vitae. Galleria Arte Incontro. Conselice (RA). Mostra a cura di Angelamaria Golfarelli.
Perlucidum. Galleria Santa Croce, Cattolica (RN). Testo in catalogo di Angelamaria Golfarelli.
Dall’albero alla pietra. Ass. Culturale “Il Confine”. Mostra a cura di Alessandra Bonoli.
2016
Natura. Spazio espositivo Ma-Se, Lugo (RA).
Presentazione a cura di Marisa Zattini.
Trasparente. Villa Torlonia, San Mauro Pascoli (FC). Mostra a cura di Gino Gianuizzi.
Racconto di giorni e alberi.
Galleria Credito Cooperativo, Fusignano (RA).
Mostra a cura di Paolo Trioschi.
Atto primo, commedia di un teatro anatomico. Biblioteca “Maria Goia”, Cervia (RA).
Mostra a cura di Alberto Gross.
I giorni degli alberi. Sala Annunziata, Imola (BO). Mostra a cura di Raffaele Quattrone.
2017
Scorre il tempo, la trama, l’acqua. Spazio eventi Ma-Se, Lugo (RA). Mostra a cura di Aldo Savini.
Trame d’argento, catrame e auree radici.
Biblioteca Comunale, Sala Massimo Guidi,
Gambettola (FC). Mostra a cura di Angelamaria
Golfarelli e Remo Casalini.
2018
Logos. Galleria Spazio Dinamico Arte, Firenze.
Mostra a cura di Marilena Spataro e Alberto Gross.
Logos. Galleria ESS&RRE, Roma. Mostra a cura di Marilena Spataro e Alberto Gross.
Mai fummo selvatici.
Galleria Voltone della Molinella, Faenza (RA).
Mostra a cura di Angelamaria Golfarelli.
Logos. Galleria Spazio 98, Lugo (RA). Mostra a cura di Marilena Spataro e Alberto Gross.
Sotto una buona stella. Pinacoteca Civica
“A.Ricci” Monte San Martino (MC). Mostra a cura di Marilena Spataro e Alberto Gross.
2019
Alberi. Officine del Sale, Cervia (RA). Mostra a cura di Rodolfo bertozzi e Francesca Caldari.
Trasparire. Palazzo del Commercio, Sale espositive Lino Longhi, Lugo (RA).
Mostra a cura di Valeria Leoni.
Omagio a Hermann Nitsch. (15 artisti italiani e stranieri in occasione della mostra “Immagine”) Mercato Centro Culturale, Argenta (FE).
Testo in catalogo di Claudio Spadoni.
Una pagina alla volta. Caffè letterario,
Hotel Ala D’Oro, Lugo (RA).
Mostra a cura di Carmine Della Corte.
2018/2019/2020
Arte Fiera Bologna.
Stand Danilo Montanari Editore Ravenna.
Maurizio Pilò nasce il primo di maggio del 1957 a Faenza. Frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Segue i corsi di Umberto Folli, Tono Zancanaro, Remo Muratore, Giò’ Pomodoro, Paolo Racagni, Vittorio D’Augusta, Eugenio Carmi e Gabriele Partisani. Coclude i suoi studi nel 1979 con la tesi dal titolo “Segno naturale, segno artificiale”, relatore il Prof. Claudio Spadoni. Il suo studio è nella campagna del “Ducato” di Santa Maria in Fabriago in provincia di Ravenna, vicino al fiume Santerno e non lontano dai suoi alberi.
Sabato 18 Gennaio 2020 alle ore 18,00 nella Gallery Annunziata presso l’Hotel Annunziata, avrà luogo l’inaugurazione della mostra personale “GIANNI BORTA” di Gianni Borta.
La pittura di Gianni Borta, che tanto interesse incontra e ha successo in varie gallerie della “rive gauche” di Parigi a Monaco come a New York, è basata sulle pulsioni umorali di una natura vissuta e goduta con pienezza dentro la natura stessa come un fatto vitalistico, per cui giustamente si è parlato di pittura dei cinque sensi, cioè una pittura che in qualche maniera si sente, si tocca, si palpa perché è anche tridimensionale e per certi versi sembra di sentirla.
( Carlo Sgorlon 1991 )
Gianni Borta é nato e vive a Udine con studio in Piazzale Chiavris 21 e a Milano in Via Mascheroni. É considerato un protagonista di quella che è ormai conosciuta come arte naturalistica; per i temi trattati e i risultati conseguiti, comincia ad essere visto come un caposcuola. Espone dal 1961. Ha partecipato a 850 esposizioni in Italia ed all’estero conseguendo 220 affermazioni tra premi nazionali ed internazionali.
2 novembre 2019 – 6 gennaio 2020
Il giorno 2 novembre 2019, alle ore 18 avrà luogo l’inaugurazione della mostra personale “HUGS / abbracci” di Luca Zampini. Saranno in parete 23 fotografie inedite, stampe fine art in grande formato, che narrano per immagini il suo rapporto affettivo con gli alberi.
18 settembre – 27 ottobre 2019
Ogni dipinto è soglia, spazio oltre il quale la realtà viene immaginata. Ogni tela prima di essere dipinta è confine, spazio in cui la realtà non conosce immaginazione. Sima è lì, tra il dentro e il fuori, ma non sai quale sia il dentro e quale il fuori, né da quale parte stia guardando o forse in entrambe le direzioni. Quel cancello che vedi potrebbe aprire verso… o chiudere da…, e non comprendi se quella finestra dia sul giardino o in una stanza. La soglia o il confine sono così: incerti. E tuttavia la soglia ha una sua concretezza, una sua tangibilità e implica la possibilità dell’attraversamento per quanto possa avere una porta chiusa o aperta, e anche questa ha una sua materialità che invita o non invita all’ospitalità. La sua etimologia la associa a “suolo”, terra. Il confine invece vive di consuetudini, di convenzioni a volte più chiuse di una porta chiusa, e al suo interno ha la parola “fine”, limite.
Ogni dipinto è soglia sulla quale il nostro sguardo sosta, come il viandante sosta sulla porta di casa prima di iniziare il cammino, e il cammino è immaginazione. Ogni quadro è confine fin quando il passo di quel viandante non lo attraversa.
Sima è lì. Sima è soglia e confine. Lo è come pittrice. Lo è come persona. In equilibrio tra due culture, l’orientale e l’occidentale, ma l’equilibrio è instabile poiché entrambe le culture si muovono, contro e attraverso. Entrambe spinte dalla conservazione, entrambe resistenti al cambiamento. Sima ha capito che la scommessa è fare di ogni confine una soglia, e lo fa dipingendo quadri che si appendono ai muri, ma che i muri sfondano mostrando altri orizzonti, suggerendo che ogni confine può essere soglia di un andare o un venire, di un passare.
Angelo Andreotti
5 Luglio 2019 – 8 Settembre 2019
L’INAUGURAZIONE SI TERRA’ VENERDI’ 5 LUGLIO ALLE ORE 19,00 E SARA’ PRESENTE RICCARDO MICHELINI
“Vibrano di un colore denso come la vita i personaggi che Riccardo Michelini espone alla Gallery Annunziata presso l’Hotel Annunziata di Ferrara, in Piazza della Repubblica 5, dal 5 luglio e fino alla fine dell’estate. Sono donne dal collo elegante, occhi malinconici e lunghe ciglia sensuali, labbra carnose appena schiuse, promesse adorne di lunghi orecchini di giada. Ti guardano, la testa appena piegata, e ti sembra di conoscerle, ieratiche e languide, il volto roseo e il trucco pesante… alcune di loro arrivano da un mondo lontano e si fermano, incerte creature selvatiche, altre credi di vederle passare per strada, morbide ed indolenti, e svanire lievi nella loro insondabile dimensione emozionale. Moltitudini di pesci e di uccelli affollano prati e cieli opalescenti, enigmatici volti galleggiano attorno a sontuose vesti che fasciano sagome incorporee, sospese su un foglio di velina stropicciata: è la personalissima tecnica di un artista che con tratto sicuro ci porta tra scenografie oniriche e geometrie inquietanti, popolate da spigolose creature ammiccanti seminascoste tra gli infiniti piani della fantasia.”
“Ci guardano ironiche, spavalde, seduttive o dolenti al di là di una barriera che assomiglia tanto a uno specchio. Le donne colorate e misteriose di Riccardo Michelini parlano il linguaggio sottinteso di un’occhiata, un’acconciatura, un gioiello, un personalissimo accessorio; particolari che vanno oltre il semplice ornamento per rivendicare un carattere e un’umanità tanto intensi da catturare subito l’empatia dell’osservatore. Si vorrebbe saperne di più sul loro passato, tanto è evidente che ciascun volto, come ogni volto del resto, ha una storia da raccontare che lo ha reso unico e riconoscibile. Come unico e riconoscibile è lo stile di Riccardo Michelini, elemento che già da solo basterebbe a definirlo artista. Che siano “ritratti di signora”, palcoscenici surreali o composizioni di forte impatto onirico, le opere di Michelini hanno il dono di educare l’occhio di chi guarda, di creare quasi un “imprinting” che lega in modo indissolubile l’autore al suo marchio. Michelini non ha bisogno di convincerci, non sta studiando a tavolino il modo migliore di conquistarci, dietro il suo personale linguaggio non c’è nulla di artificioso o ricercato. Il segreto del suo fascino è la verità.”
2 marzo – 28 aprile 2019
L’inaugurazione sarà sabato 2 marzo 2019 dalle ore 18,30 alle 20,00 presso l’Hotel Annunziata in piazza Repubblica 5, Ferrara. L’artista sarà presente all’inaugurazione.
All’Hotel Annunziata il gradito ritorno di un artista che ha saputo elaborare, attraverso l’introiezione di spazi fisici quotidiani dominati dal centellinato incedere del tempo, una mostra dal titolo evocativo nella sua compiuta essenza metafisica: “città del silenzio”. Un progetto che dipana il suo significato attraverso la sospensione del moto continuo che grava sulle esistenze individuali mediante immagini cristallizzate nelle loro fulgida e quasi palpabile atemporalità, dalle nebbie della sera che transustanziano, per un momento, contesti familiari in un limbo dantesco, a palazzi, vie e piazze che, nelle immagini di Tessarin, fungono da guardiani extracorporei di quel silenzio, a volte trascendente, che è anche l’emblema della solitudine interiore irriducibile di chi, in quei luoghi, ci è nato e ci vive ancora.
12 gennaio – 24 febbraio 2019
E’ con grande piacere che annuncio l’arrivo alla gallery Annunziata di FEDERICO ZANZI.
La sua personale sarà inaugurata sabato 12 gennaio 2019 alle ore 18,00
Pur nato a Faenza, Federico Zanzi vive e lavora da tempo ad Alfonsine. All’età di dodici anni dipinge il primo quadro (Un mazzo di fiori) che regala ai suoi nonni, instaurando quel privilegiato rapporto con soggetti e ambienti famigliari che caratterizzerà la sua attività successiva. Nel 2002 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna e inizia una attività espositiva partecipando a mostre collettive e organizzando personali. Tra le più recenti si citano: “Zanzi. Catarsi e palingenesi” alle Pescherie della Rocca estense di Lugo del 2013; la partecipazione alla Biennale del disegno di Rimini del 2014; “Quell’immagine da tenere infilata nel vetro della credenza” al MAR di Ravenna del 2014; “La bellezza della nostalgia” alla Galleria MLB Home Gallery di Ferrara del 2014; “Imago Mundi” alla Fondazione Cini di Venezia del 2015; “Volti. Ritratti in Romagna dal primo Novecento ad oggi” a Imola del 2016; “Federico Zanzi. A voi che mi proteggete” al Museo Civico San Rocco di Fusignano del 2016. Nel 2014 è tra i vincitori del Premio Marina di Ravenna, Concorso di pittura.
Così è lo stesso artista a descrivere il suo lavoro nel 2014: “L’introspezione psicologica e l’evocazione di atmosfere perdute si lega nella mia arte al mondo delle mie origini, a partire dalla casa dei nonni: mi ispirano le dimore degli anziani, gestite secondo una pulizia, un decoro e una dignità che oggi stanno scomparendo, mi affascina l’odore di naftalina negli armadi e il silenzio che promana da certi ambienti domestici pervasi di pace”. Sempre nello stesso anno risulta affine il giudizio dato alla sua opera in occasione del conferimento del Premio Marina di Ravenna: “Nelle opere degli esordi di grande formato è già presente, come un annuncio profetico, una traccia della sua poetica che si rivelerà progressivamente nei ritratti e nei gruppi di famiglia. Presta una particolare attenzione alla tensione etica e spirituale e rintraccia in esse attestati di una vanitas che non porta i segni del tempo storico ma tende piuttosto a svelare la perenne fugacità delle cose mondane e di conseguenza lascia intravedere la condizione dell’essere nel mondo, dominata dallo stato di precarietà, alla quale non è dato sottrarsi pur sentendosene estranei. L’oscurità quasi teatrale che prevale sulla luce, concentrata esclusivamente sulle figure o su parti di esse, accentua uno stato di spaesamento e al tempo stesso di innegabile sacralità”. Pittore figurativo che non esita a deformare i suoi soggetti secondo una linea esistenzialista moderna che va da E.Munch a L.Freud e a F.Bacon, Zanzi esteriorizza sentimenti, interiorità e memorie legati a personaggi comuni a lui vicini assurti a simbolo di un comune destino destinato a dissolversi ma anche, per merito dell’arte, a lasciare indelebili tracce.
3 novembre 2018 :: 6 gennaio 2019
La inaugurazione avrà luogo il 3 novembre alle ore 18 presso l’Hotel Annunziata in Piazza della Repubblica n. 5 con presentazione della mostra da parte del critico e gallerista dr. Luca Ferrari.
La mostra sarà visitabile ogni giorno ad ingresso libero.
Guglielmo Darbo è nato il 19 marzo 1955 a Codigoro, dove vive e lavora.
2018 – Personale con Tommaso Cascella e Jean Gaudeire presso Galleria “Il Fondaco” Brà (CN)
2017 – Collettiva “GenovArt” presso Villa Bombrini Genova
2016 – Personale presso la Galleria “Idearte” Ferrara
2016 – Personale presso galleria comunale “Centro Mercato” Argenta (FE)
2015 – Personale presso galleria comunale e “Artest” Budrio (BO)
2015 – Personale presso galleria “Faro Arte” Marina di Ravenna (RA)
2014 – Personale presso galleria di “Palazzo Bellini” Comacchio (FE)
2013 – Personale “Carte appese ad un sogno” presso galleria “Idearte” Ferrara
2013 – Personale presso galleria “Idearte” Ferrara
2013 – Personale presso galleria comunale “Porta degli Angeli” Ferrara
2012 – Personale presso il Museo Internazionale del Vetro, Montegrotto Terme (PD)
2010 – Personale presso la galleria IDEARTE, Ferrara
2009 – Personale con Angles Granini presso la galleria “XX Settembre”, Codigoro (FE), Ferrara
2009 – Collettiva “Arte per Emergency” presso la Galleria del Carbone, Ferrara
2008 – Personale presso la galleria “Palestro”, Ferrara
2008 – Collettiva “Darbo Granini Zonari”, presso la galleria “XX Settembre”, Codigoro (FE)
2007 – Collettiva “Maestri dal ’900 ad oggi”, presso la galleria “La Velia”,Codigoro (FE)
2007 – Collettiva presso la galleria “La Velia”, Codigoro (FE)
2006 – Collettiva presso il Museo della Ceramica di Faenza
2006 – Collettiva presso la galleria Blow Up di Ferrara
2006 – Partecipazione ad “Arte Reggio Emilia”
2006 – Partecipazione ad “Arte Padova”
2006 – Partecipazione alla XV EUROP’ART Geneve
2005 – Personale alla galleria BEZA, Ferrara
1 settembre :: 28 ottobre 2018
inaugurazione sabato 1 settembre ore 19,00
Conosci meglio RENZO SBOLCI
“Esiste uno stretto legame tra il modo di rappresentare pittoricamente lo spazio e quello di raccontare storie. Come ci ricorda John Berger (JB), il romanzo moderno è il risultato della perdita dell’orizzonte contadino, cioè, “l’espressione di uno sradicamento”.
Questo è uno dei primi racconti delle opere di Renzo Sbolci: l’orizzonte, per come lo abbiamo conosciuto, si è perso, collassato, frammentato in una pioggia di linee e in un pugno di polvere.
L’artista livornese, ormai di casa qui a Ferrara, prosegue la sua ricerca iniziata negli anni ’80 con un breve periodo figurativo ispirato dall’opera di Giorgio Morandi; passata poi attraverso studi più informali e materici con i lavori su più tele accoppiate fino a raggiungere, negli anni 2000, la maturità…del legno con opere tridimensionali dove l’artista gioca con il pieno e il vuoto e con i pastelli direttamente passati sui tasselli dei suoi non-mosaici.
La perdita dell’orizzonte dunque come espressione di uno sradicamento.
Per afferrare la questione cruciale dell’orizzonte bisogna ricorrere al cinema di Michelangelo Antonioni al quale John Berger spesso faceva riferimento per insegnarci a guardare. Come si sa la Pianura padana è il luogo in Italia dove l’orizzonte ha la sua massima estensione; per molti versi questa ampia fetta di spazio è l’esatto contrario del paesaggio italiano – ben rappresentato ad esempio da Livorno, la città natale di Sbolci – segnato invece dalla presenza di una valle chiusa, orientata verso il mare, custodita dalle colline, spazio circoscritto e definito.
Nella Valle padana il cielo non è sempre in tumulto come accade sulla città toscana, né gli azzurri saranno mai cosi carichi come quelli dei cieli marini. Al contrario qui il grigiore invernale, il tenue azzurro estivo e il nebbioso autunno stabiliscono una uniformità di scena sulla quale appaiono, improvvise, delle cose. Si tratta dunque di uno spazio senza tempo perfetto per il cinema di Antonioni: “il regista inquadra le scene come se il fulcro del suo interesse fosse sempre a fianco dell’evento rappresentato e il protagonista mai al centro, perché il centro è un destino incomprensibile dai contorni ancora troppo vaghi (JB)”.
Potremmo dire che tutto il lavoro di Sbolci è qui compendiato: trovare un centro ma al tempo stesso non assumerlo come definitivo proprio perché il destino è qualcosa di incomprensibile.
Il confronto con il destino è per Sbolci quanto di più umano esista e il pesce che appare sovente nella sua opera è il controcanto di questa percezione: se il dubbio, l’incertezza dovuta alla perdita di un orizzonte non ha un centro ed è ubiquo, l’ immagine improvvisa che appare – la speranza “luce fiammeggiante delle tenebre” – irradia come un punto a cui vogliamo restare aggrappati.”
Giuseppe Ferrara
11 luglio – 26 agosto 2018
inaugurazione mercoledì 11 luglio ore 19,30
Si comporrà di 18 immagini a tema paesaggistico spaziando dal territorio ferrarese, a quello toscano e dolomitico per restare in Italia per finire poi per svalicare in Islanda, In Bretagna, in Svizzera, In Inghilterra, in Lapponia e in Irlanda.
Queste le parole di Erika: “… Sceglierle non è stato semplice perchè ho cercato di creare un filo comune anche nelle sfumature di colore ma alla fine penso che il visitatore sarà contento.”
10 giugno – 3 settembre
Inaugurazione sabato 10 giugno 2017 alle ore 19,00
Dopo quattro anni Pambianchi torna negli spazi informali di Guendalina e Paolo e di Zeno per allestire una mostra con le sue opere pittoriche. Recentemente rientrato da una importante esperienza francese Pambianchi aprirà la vernice di sabato 22 aprile 2017 alle ore 18:00 presso lo spazio di Paolo Gavioli Arredamenti in Corso Porta Mare 8 per poi spostarsi alle ore 19:00 e proseguire all’Hotel Annunziata in Piazza Repubblica 5.
La mostra intitolata ANTI-LOGICA sarà una rassegna che raccoglie opere significative, di periodi differenti, tra soggetti discordanti. Una avventata antologica priva di logica e raccolta anzi tempo.
Quando le opere di Enrico rientrano a Ferrara, da lunghe peripezie, è il tempo per fare bilanci. Aprire le casse, rivedere i soggetti, affiancarli a quelli nuovi che nel frattempo sono venuti a vivere nell’atelier di Portomaggiore. Di notte ascoltare, accendendo un sigaro, se tra loro sussurrano o si scherniscono. Un divertente esperimento d’artista che Enrico ama tanto condurre all’interno del suo percorso sottoposto continue verifiche. Può un soggetto onirico a matita del 1994 essere affiancato ad una scena a olio e collage del 2017?
Nelle 24 opere esposte all’interno delle accoglienti ambientazioni dello showroom di Paolo Gavioli e dell’Hotel Annunziata di Zeno Govoni, Enrico Pambianchi conduce l’esperimento alla luce del sole affiancando, in un percorso apparentemente disarmonico e privo di logica, una serie di opere significative alcune recentemente rientrate da esposizioni e gallerie nazionali e internazionali, altre appena realizzate, altre ancora facenti parte del suo archivio personale del passato. Periodi differenti e soggetti discordanti costituiscono il percorso espositivo, quasi un florilegio senza alcuna ragione che fortuitamente avviene alle porte dell’estate.
La mostra è stata organizzata con la cura del centro studi Dante Bighi e dell’Archivio Pambianchi ed è stata curata da Maurizio Bonizzi e Elena Bertelli. La mostra rimarrà aperta fino al 22 giugno 2017.
una produzione: Hotel Annunziata & Paolo Gavioli Arredamenti
con la cura di: centro studi Dante Bighi
18 febbraio – 17 aprile 2017
L’Alieno torna in città e sabato 18 febbraio inaugura la mostra Headquarter.
Dopo il successo di Heartquarter, la personale ideata e curata dallo stesso artista a Forlì, Andrea Amaducci porta i lavori ispirati ai suoi primi vent’anni di vita a Ferrara, il suo quartier generale, come ricordato dal titolo.
In mostra circa 20 opere tra dipinti, sculture e bozzetti di grande formato. Un’occasione, per i ferraresi, per conoscere meglio il personaggio Andrea Amaducci, scoprendo aneddoti e episodi che l’hanno cambiato e formato, negli anni forlivesi e, per i turisti ospiti dell’Hotel o per i clienti del negozio, un modo per conoscere il tratto e il personaggio dell’Alieno diventato ormai una firma del suo lavoro.
La mostra inaugurerà sabato 19 novembre 2016 in due sedi: alle 18 alla MLB home gallery di Corso Ercole d’Este 3 e alle 19 all’Art Gallery dell’Hotel Annunziata e resterà aperta fino al 5 febbraio 2017.
MLB home gallery – corso Ercole I° d’Este, 3 – Ferrara (sab. e dom. dalle 15 alle 19 o su app.)
Art Gallery Hotel Annunziata – Piazza della Repubblica, 5 – Ferrara
“Se gli inquietanti manichini di De Chirico erano figure immobili e misteriose, oltre il tempo, perché non immaginare che altre Muse, oggi, governino amorevolmente la creatività degli artisti ferraresi? “.
Nasce da questa riflessione il lavoro di Flavia Franceschini, che ha fotografato trenta coppie di personaggi che animano la scena del mondo artistico della città di Ferrara, che si sono lasciate ritrarre e hanno partecipato con ironia alla “mise en scène”, portando nel suggestivo atelier dell’artista in Via Carmelino chi un sorriso d’intesa, chi un oggetto amico, chi un sogno inconfessato, chi un angolo segreto del proprio mondo.
Musicisti, attori, coreografi, poeti, danzatori, registi, pittori, scrittori, scultori, performer, fotografi, critici, giornalisti e galleristi. Tra questi, c’è chi ha scelto Ferrara per vivere, come il pianista argentino Hugo Aisemberg, e chi per seguire la propria Musa vive altrove, ma ha qui le sue radici, come Ares Tavolazzi e Silvia Pasello. Molti i nomi che appartengono al mondo dell’arte, come Franco Farina e Lola Bonora, Maria Livia Brunelli, Claudio Gualandi, Paolo Volta, Sergio Zanni e Daniela Carletti, Gianfranco Goberti, Gianni Guidi, Lucio Scardino, fino ai più giovani Elisa Leonini, Andrea Amaducci e Marcello Carrà. Ma c’è anche chi milita tra le fila del giornalismo, come Anja Rossi o Andrea Musacci, chi appartiene al mondo della musica, come Stefano Bottoni o Roberto Manuzzi, della comicità come Gianni Fantoni, della letteratura, come Dario Franceschini, che, da scrittore quale è, ha ideato il titolo di questa frizzante mostra, un progetto tuttora in fieri che immortala uno spaccato attualissimo di cultura ferrarese.
Inaugurazione 29 settembre 2016
Incontro con l’artista alla MLB alle 18.30 e alle 19.30 all’Hotel Annunziata
MLB Gallery – corso Ercole I° d’Este, 3 – Ferrara (dalle 15 alle 19)
Art Gallery Hotel Annunziata – Piazza della Repubblica, 5 – Ferrara (dalle 10 alle 24)
In occasione del Festival di Internazionale 2016, dal 30 settembre la MLB Maria Livia Brunelli home gallery espone in corso Ercole d’Este 3 e presso l’Art Gallery dell’Hotel Annunziata (in Piazza della Repubblica 5) una decina di opere del fotografo siriano Omar Imam, in parete fino al 20 novembre. Le sue foto e i suoi video riportano la testimonianza delle vite segnate dal conflitto, senza indulgere in facili sensazionalismi, ma presentando toccanti storie minime ed intime della vita dei rifugiati.
Live, Love , Refugees ribalta infatti la normale rappresentazione dei rifugiati siriani, sostituendo ai numeri, ai report, alle statistiche, le loro paure e i loro sogni più profondi. Nei campi profughi in Libano Omar Imam coinvolge i rifugiati in un processo di catarsi e gli chiede di ricreare i loro sogni: sogni di fuga, sogni di amore o di odio. Il risultato sono immagini simboliche e spesso surreali, che evocano i più profondi e oscuri mondi interiori di persone che hanno perso le lororadici e che quotidianamente lottano per la sopravvivenza. “Le persone che ho incontrato vivono vite da incubo, ma in loro ho sempre colto il desiderio e la forza di continuare a vivere come esseri umani”.
Omar Imam è un fotografo e regista siriano basato a Beirut. Dal 2003 lavora su storie personali
e campagne sociali che riguardano la Siria, utilizzando un approccio ironico e concettuale come
reazione alla violenza, spesso pubblicando sotto pseudonimo. Dopo aver lasciato Damasco nel
2012, ha iniziato anche a realizzare cortometraggi di fiction, spesso focalizzati sulle esperienze che
riguardano i rifugiati. Ha lavorato a progetti personali e per Ong, producendo film, reportage, e
workshop dedicati ai rifugiati siriani. Le sue immagini sono state recentemente pubblicate sul
numero di aprile 2016 di Internazionale e a luglio 2016 sul “New York Times”, e la mostra “Live,
Love , Refugees” dopo New York, Istanbul e Firenze ora approda a Ferrara.
Omar Imam (Damasco, 1979)
Vive a Beirut.
2016
Tbilisi Photo Festival, Tbilisi
If I Leave, Where Will I Go?, East Wing, Dubai
In Between/In Transit, Galleri Image, Aarhu
Live, Love, Refugee, Aria Art Gallery, Firenze
Live, Love, Refugee, UN World Humanitarian Summit, Istanbul
When Home Won’t Let You Stay, Angewandte, Vienna
Making a Scene. Storytelling and the Real, Light Field, New York City
2015
Memory For Forgetfulness, ATHR Art Gallery, Jeddah
Return of the Soul, Princess Claus Fund, Amsterdam
Live, Love, Limbo, Photoville, New York
Per maggiori informazioni:
mlb@mlbgallery.com
+39 3467953757
Michele Rio in mostra permanente all’Annunziata.
Nei pochi momenti liberi tra una esposizione e l’altra, la nostra art gallery si veste con le magnifiche opere di Michele Rio dove le sue cromie prendono possesso delle pareti della hall, library room e breakfast room per darti un “mood” colorato alla tua giornata.